Conservatorio – Università: sei-zero, sei-zero

Parliamo della presenza di studenti provenienti da Paesi europei ed extraeuropei nei conservatori e nelle università. I dati relativi ai conservatori e ISSM per l’anno accademico 2015 –2016, disponibili sul sito del MIUR, sono ricostruiti in dettaglio nei files allegati.

Il computo degli/delle studenti stranieri/e nelle università italiane si attesta intorno al 4%. Dato che, sebbene in crescita, risulta nettamente inferiore al 16% degli USA e al 6% di Francia e Germania. Fra i primi dieci atenei che ospitano il più alto numero di presenze straniere ci sono Bologna, Roma, Torino, Milano e Padova.

I risultati raggiunti dall’Alta Formazione Musicale sono di molto superiori: considerando le/gli appartenenti alla fascia accademica degli studi, la media nazionale di studenti stranieri/e nei nostri conservatori è del 13%. Un dato molto positivo. Le istituzioni dell’alta formazione musicale hanno dunque un buon successo nell’attrarre studenti provenienti dall’estero.

Si tratta in maggioranza di donne, che sono più del 58% del totale, elemento più interessante se si considera che la popolazione italiana totale di studenti è per lo più maschile.

Guardando alle singole istituzioni emergono differenze importanti: Torino è sopra quota 15, come Udine, Rovigo e Pesaro. Fra i conservatori che raggiungono o superano di poco la quota del 20% troviamo Roma, che è però superata dalla piccola Como, e poi Bologna, Cesena e Brescia. Firenze raggiunge il 23% e Perugia è al 26%. A Venezia e a Trieste gli allievi e le allieve di origine non italiana sono al di sopra del 25% – risultato geograficamente prevedibile – tuttavia Bolzano è nettamente al di sotto di queste percentuali. Il conservatorio di Fermo raggiunge il 28%; superano un notevole 30% i conservatori di La Spezia, Piacenza e Parma. Milano spicca con il suo 35%. Segnaliamo che nessun conservatorio del sud supera la media nazionale. Campobasso non raggiunge l’1% e Matera lo supera di poco. Con numeri intorno al 5 o 6 percento – ricordiamo però che si tratta pur sempre di risultati superiori alla media delle Università italiane – troviamo Benevento e Messina. Diversa appare la situazione degli Istituti Superiori di Studi Musicali (gli ex Istituti Musicali Pareggiati), per i quali occorre tener conto del diverso regime di finanziamento, che hanno percentuali di presenze generalmente modeste, pur con alcuni buoni risultati, fra cui brillano Bergamo, Cremona e Pavia, che supera un lusinghiero 30%.

Siamo sulla giusta strada: le città ricche di tradizione musicale esercitano una forte attrattiva nei confronti degli altri Paesi e i percorsi formativi del nostro settore danno esiti che lasciano ben sperare. È sul territorio nell’integrazione fra attività di produzione culturale e formazione che s’intravede il segreto di un successo che deve stimolarci a valorizzare i traguardi raggiunti e a far leva sui decisori politici perché investano con qualità e lungimiranza in un settore ricco di promesse per l’avvenire. I brillanti risultati ottenuti dalle nostre istituzioni, al confronto con altri settori disciplinari, spingono a promuovere la formazione musicale come uno dei cardini per l’internazionalizzazione degli Studi superiori.

dati conservatori

dati ISSM

 

Contratto? No, prima un convegno

Si svolgerà a Roma il 28 febbraio prossimo presso la Sede Nazionale CGIL, Corso d’Italia 25 il Convegno nazionale La contrattazione nel Comparto dell’Istruzione e Ricerca e relativa area dirigenziale.

Questo il programma dell’incontro:

Presiede Renato Comanducci, Centro Nazionale FLC CGIL
9.45 Introduce Anna Maria Santoro, Segreteria nazionale FLC CGIL
Linee negoziali nel comparto Istruzione e Ricerca e della relativa area dirigenziale

10.00 Relazione di Umberto Carabelli, Professore di Diritto del Lavoro Università di Bari
Dopo l’Intesa del 30 novembre 2016: relazioni sindacali nella Pubbliche Amministrazioni tra Legge e Contratto

10.45 Relazione di Mario Ricciardi, Professore di Diritto del Lavoro Università di Bologna Contrattazione integrativa, innovazione e qualità dell’offerta formativa

11.30 Relazione di Leonello Tronti, Professore di Economia del Lavoro Università La Sapienza di Roma e ISTAT Contrattazione salario e innovazione nei settori pubblici

12.15 Interventi domande e risposte

13.30 Pausa pranzo

14.30-17.00 TAVOLA ROTONDA Analisi e proposte per una ripartenza della contrattazione
Coordina Gianni Carlini, Responsabile Nazionale Area V FLC CGIL
Partecipano: Franco Martini Segretario nazionale CGIL, Bernardo Polverari, Capo di Gabinetto Presidenza del Consiglio dei ministri Dipartimento della Funzione Pubblica e Francesco Sinopoli Segretario Generale FLC CGIL.

Qui la locandina dell’incontro.

La cultura italiana vale 48 miliardi. Anzi, 72.

Seconda edizione dello “studio” Italia Creativa pubblicato da Ernst & Young sui dati del 2015 e presentato l’altro giorno alla Triennale di Milano alla presenza di Filippo Sugar (Siae), Fedele Confalonieri (Mediaset), Luciano Fontana (Corriere della Sera), ma soprattutto del Ministro della Cultura, romanziere, intellettuale Dario Franceschini e del musicista Manuel Agnelli (foto).

Secondo lo studio l’industria creativa e culturale italiana vale quasi 48 miliardi (ma con un potenziale di ulteriori 24: totale 72) e i ricavi diretti crescono del 2,4%, più del Pil nazionale. Tra occupati diretti e indiretti, dà lavoro a oltre 1.000.000 di persone (con altri 15.000 nuovi posti creati nel 2015), ed è il terzo settore per occupazione dopo quello edile e della ristorazione/alberghiero. La “musica” avrebbe segnato il record di crescita in termini di valore economico diretto (+10%).

Qui due assai diverse sezioni dell’importante studio: quella sulle arti performative e quella sulla musica.

Qui invece si può scaricare l’intero studio.

Per aiutare nella lettura, ecco una piccola slide sulla “visione olistica” proposta da E&Y:

Lo studio ospita anche contributi di musicisti e operatori del settore; tra questi, Ennio Morricone, che scrive:

«I Conservatori di Milano, di Roma, di Firenze e molti altri in Italia godono di grande prestigio: sono veramente in grado di “inventare” musicisti. Il problema principale non sono i Conservatori, ma la mancata azione dello Stato nel favorire l’occupazione di chi ne esce. Ci sono migliaia di disoccupati che sanno suonare, hanno studiato bene: per loro lo Stato non fa niente, li abbandona senza aiutarli a trovare un lavoro. Questo stato delle cose non può proseguire a lungo, lo Stato deve fare qualcosa.

D’altra parte, una critica va indirizzata anche ai Conservatori. Talvolta i loro diplomati non dimostrano talento sufficiente per intraprendere una professione dignitosa. Perché questo accade? Perché non sono stati allontanati dal loro percorso di studi quando hanno dimostrato di non possedere qualità musicali. In questi casi, anche i Conservatori hanno una parte di responsabilità. Un Maestro che insegna violino, flauto o qualsiasi altro strumento, dovrebbe dissuadere i propri allievi meno portati dall’intraprendere la professione di musicista, se questi non hanno le qualità necessarie. Invece generalmente non lo fa, perché altrimenti perderebbe il proprio stipendio: non avendo allievi, il Conservatorio licenzierebbe insegnanti. Perciò spesso i Conservatori ammettono persone senza particolari doti musicali allo scopo di garantire lo stipendio dei docenti».

 

Qui alcuni articoli di stampa sull’importante evento:

http://www.corriere.it/economia/17_gennaio_24/creativita-tesoro-48-miliardi-70f19738-e276-11e6-90f6-27595f8990ae.shtml

http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/trend/2017/01/25/news/la_cultura_vale_48_miliardi_ma_ha_un_potenziale_inespresso_di_altri_24-156852772/?ref=HREC1-11

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-01-24/cultura-studio-sull-italia-creativa-valore-il-sistema-paese-184834.shtml?uuid=AEJffBH

Il video seguente è tratto invece da askanews.it

A ciascuno le sue deleghe

Il Ministro Valeria Fedeli ha firmato i decreti ministeriali di conferimento delle deleghe ai tre Sottosegretari Vito De Filippo, Gabriele Toccafondi e Angela D’Onghia.
Al Sottosegretario Angela D’Onghia sono assegnate, tra le altre, le deleghe che riguardano le problematiche relative alla dispersione scolastica, le tematiche legate al riconoscimento dei titoli di studio conseguiti in ambito comunitario ed extracomunitario, il raccordo del sistema scolastico con la formazione professionale, la promozione della cultura scientifica, e vengono confermate le deleghe sulla promozione e lo sviluppo dell’offerta formativa dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica e della produzione artistica, nonché sul raccordo dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica con il sistema scolastico e universitario, con il sistema produttivo delle professioni e con altre amministrazioni. 

I decreti, trasmessi alla Corte dei Conti, saranno poi pubblicati in Gazzetta Ufficiale.

Qui il comunicato stampa.

Il Ministro sull’Afam, 26 gennaio 2017. Il testo integrale

Il 26 gennaio, a commissioni VII Camera-Senato riunite, il Ministro Fedeli ha esposto le linee programmatiche del suo ministero:

«È indispensabile intervenire, consolidandola e aggiornandola, sull’autonomia del sistema AFAM, agendo su reclutamento, governance, distribuzione territoriale e offerta formativa. E risolvendo – anche con processi di statizzazione graduale ma certa – le attuali debolezze e ristrettezze finanziarie. Infatti, dei due segmenti che costituiscono il mondo della Formazione superiore, quello che più oggi abbisogna di provvedimenti urgenti di natura strutturale è sicuramente l’AFAM. Nonostante l’avvio di cantieri di riflessione importanti e di condivisione con l’intero e variegato mondo dell’AFAM, non si è ancora riusciti a portare a conclusione quella riforma che questo straordinario settore, che tanto prestigio arreca al nostro Paese, aspetta da più di quindici anni. La ‘riforma incompiuta’,

come noto, altro non è che l’‘autonomia incompiuta’ dell’AFAM, un’autonomia avviata ma mai implementata dopo il varo della legge 508 del 1999. Da allora si sono succeduti solamente interventi puntiformi (sulla didattica, sul finanziamento con l’introduzione di criteri rigorosi di riparto, e sulla governance statutaria), ma quasi nessuno dei regolamenti che erano stati previsti dall’articolo 2 della Legge è stato finora messo in campo.

Lavoreremo in questa direzione, che spero il Parlamento vari in tempi brevi, anche sulla base del DDL Martini.

In materia didattica è imminente l’emanazione del Decreto Ministeriale per l’attesissima messa ad ordinamento dei corsi accademici di secondo livello sperimentali AFAM, in attuazione dell’art. 1, comma 105 della legge n. 228/2012 con la correlata emanazione delle relative tabelle di corrispondenza.

Sulla ricerca, infine, c’è da dare efficace attuazione alla strategia del Programma Nazionale per la Ricerca e alla programmazione europea attraverso una sinergia virtuosa con Regioni e stakeholders».

Qui il testo completo dell’intervento.

 

Milleproroghe, emendamenti e ordini del giorno. Aggiornamento

Il sito del Senato ha finalmente pubblicato non solo gli emendamenti ma anche gli ordini del giorno al Decreto Milleproroghe (DL 2630) presentati in Commissione Affari Costituzionali. Ecco quelli che si riferiscono all’AFAM, e che il vicepresidente Torrisi ha comunque dichiarato improponibili, spiegando che  «sono stati considerati ammissibili gli emendamenti che modificano il testo del decreto-legge o che comunque sono in correlazione diretta con le disposizioni che vi sono contenute. Tra quelli che propongono disposizioni ulteriori, sono stati considerati proponibili gli emendamenti che recano la proroga o comunque la definizione nel tempo dell’efficacia di disposizioni legislative e di regimi giuridici. Dalle proroghe sono escluse, in ogni caso, quelle relative ai termini di delega legislativa». Il sen. Torrisi ha poi riconosciuto «che in alcuni casi risultano sacrificate a priori proposte non solo ragionevoli, ma sovente condivisibili, che in ogni caso potranno trovare collocazione in altri provvedimenti».

 

G/2630/25/1 (già em. 11.8)

MANCUSO, BIANCONI

Il Senato,

in sede di esame dell’atto Senato 2630 recante conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini,

premesso che:

la legge di bilancio per il 2017 ha previsto al comma 626 dell’articolo 1 il cosiddetto “Bonus Stadivari”;

per l’anno 2017, nel limite complessivo di 15 milioni di euro, agli studenti iscritti ai licei musicali e agli studenti iscritti ai corsi preaccademici, ai corsi del precedente ordinamento e ai corsi di diploma di Ie di II livello dei conservatori di musica, degli istituti superiori di studi musicali e delle istituzioni di formazione musicale e coreutica autorizzate a rilasciare titoli di alta formazione artistica, musicale e coreutica ai sensi dell’articolo 11 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, è concesso un contributo una tantum pari al 65 per cento del prezzo finale, per un massimo di euro 2.500, per l’acquisto di uno strumento musicale nuovo, coerente con il corso di studi;

al fine di consentire un accesso più equo e razionale all’agevolazione sarebbe opportuno apportare delle modifiche normative per non discriminare gli studenti iscritti a corsi preaccademici in regime di convenzione,

impegna il Governo a:

valutare l’opportunità, attraverso apposite modifiche normative, di evitare l’accesso al bonus previsto dalla legge di bilancio 2017 agli studenti dei conservatori e degli istituti pareggiati che abbiano già usufruito nel 2016 dell’agevolazione prevista ai sensi dell’articolo 1, comma 984, della legge 28 dicembre 2015, n. 208;

estendere l’ambito soggettivo del bonus anche agli studenti iscritti a corsi preaccademici in regime di convenzione.

G/2630/8/1

AMIDEI

Il Senato,

in sede di discussione del disegno di legge di conversione in legge del decreto legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini,

premesso che:

i Conservatori italiani rappresentano una Istituzione storica di altissimo livello nonché un organismo di alta produzione artistica e di ricerca che ad oggi conta 50.000 studenti – di cui il 10% stranieri –, 6.000 docenti e 1.500 unità di personale amministrativo e ausiliario;

il sistema Conservatori è volto allo sviluppo di distretti culturali, con il conseguente rilancio delle città e con la possibilità di creare sinergie con i territori per la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici in cui insistono, con l’ulteriore possibilità di ricevere sovvenzioni con progetti a livello europeo;

i Conservatori, altresì, favoriscono i rapporti internazionali (progetti Erasmus, Socrates … ), gli scambi di docenti e studenti con i paesi esteri – non solo Europei –, ma anche del resto del Mando (Cina, Giappone, Corea, Stati Uniti, Sud America, Federazione Russa ed ex repubbliche sovietiche);

il sostegno all’operatività dei succitati istituti deriva dalla necessità di salvaguardare un sano Iocalismo e una presenza diffusa sul territorio italiano di Istituzioni Musicali di Alto Livello che-ancor oggi rappresentano un’eccellenza di fama mondiale;

da anni viene promessa una riforma del summenzionato settore (la precedente risale al 1999), ma ad oggi si sono alternati più di 8 ministri e ancora nulla è mutato;

i docenti precari della legge n. 128/13 sono stati assunti sulla base di titoli artistici conseguiti in oltre dieci anni di graduatorie di istituto scaturite da leggi nazionali e quindi da procedure istituzionali nazionali,

impegna il Governo:

ad adottare provvedimenti finalizzati all’immissione in ruolo dei docenti che si trovano all’interno della graduatoria di cui alla legge 8 novembre 2013, n. 128.

 

4.31

Bisinella, Munerato, Bellot

Dopo il comma 5, aggiungere i seguenti:

«5-bis. Dall’anno accademico 2017/2018, le graduatorie nazionali di cui all’articolo 19, comma 2, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013 n. 128, sono trasformate in graduatorie nazionali a esaurimento, utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato.

5-ter. Dall’anno accademico 2017/2018, il turn-over delle Istituzioni AFAM statali è pari al 100 per cento della dotazione organica più il 100 per cento delle cessazioni. I posti vacanti in pianta organica saranno ripartiti assegnando il 50 per cento dei posti alle graduatorie di cui al comma 2-bis e il 50 per cento dei posti a concorso regolato da apposito decreto del Presidente della Repubblica in applicazione dell’articolo 2 comma 7 lettera e) della legge n. 508 del 1999 e articolo 19 comma 01 della legge n.128 del 2013, fermo restando il ricorso in via prioritaria alle pregresse graduatorie nazionali ad esaurimento per gli insegnamenti in cui queste, risultino non ancora esaurite.

5-quater. Nelle more dell’applicazione del decreto del Presidente della Repubblica di cui al comma 5-ter recante le nuove norme sul reclutamento, si fa ricorso alle graduatorie nazionali ad esaurimento vigenti per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato.

5-quinquies. Fino all’esaurimento delle graduatorie nazionali di cui al comma 5-bis sono bloccate le conversioni o variazioni di organico, che possano incidere sul totale dei posti destinati all’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato di cui ai commi 5-bis e 5-ter.

5-sexies. Per quanto previsto dai commi 5-bis, 374-ter, 5-quater del presente articolo, sono stanziati 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017.

5-septies. Per far fronte agli oneri derivanti dall’applicazione dei commi da 5-bis a 5-sexies del presente articolo, il Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è incrementato di 68,95 milioni di euro per il 2017, di 96,75 milioni di euro per il 2018, di 110,402 milioni di euro per il 2019, di 119,45 milioni di euro per il 2020, di 113,45 milioni di euro per il 2021, di 104,45 milioni di euro per il 2022, di 95,45 milioni di euro per il 2023, di 83,45 milioni di euro per il 2024, di 70,45 milioni di euro per il 2025 e di 56,45 milioni di euro annui a decorrere dal 2026».

4.32

Amidei, Bernini

Dopo il comma 5, aggiungere i seguenti:

«5-bis. Dall’anno accademico 2017/2018, le graduatorie nazionali di cui all’articolo 19, comma 2, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, sono trasformate in graduatorie nazionali a esaurimento, utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato.

5-ter. Dall’anno accademico 2017/2018, il turn over delle Istituzioni AFAM statali è pari al 100 per cento delle cessazioni dell’anno precedente cui si aggiunge il 50 per cento dei posti vacanti della dotazione organica.

5-quater. La progressione di carriera dei professori della seconda fascia e l’assunzione a tempo indeterminato dei professori inclusi nelle graduatorie nazionali preesistenti, ivi incluse quelle costituite ai sensi delle leggi nn. 143 del 2004 e 128 del 2013, devono precedere l’avvio di nuove procedure concorsuali».

4.16

De Petris, Barozzino, Bocchino, Campanella, Cervellini, De Cristofaro, Petraglia, Mineo

Dopo il comma 4, inserire i seguenti:

«4-bis. Le disposizioni di cui all’articolo 19, comma 2, del decreto-legge n. 104 del 2013, convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, si applicano anche all’anno accademico 2016-2017 per il personale docente che, nel medesimo anno accademico, abbia maturato i requisiti ivi previsti nei corsi accademici di primo e secondo livello presso le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e determinato, in subordine alle graduatorie di cui al comma 1 del medesimo articolo 19, nei limiti dei posti vacanti disponibili. L’inserimento è disposto con modalità definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università della ricerca entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

4-ter. All’onere di cui al comma 4-bis, pari a 10 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell’ambito previsionale di base di parte corrente ’’Fondo speciale’’ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, all’uopo utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero».

4.17

Petraglia, De Petris, Barozzino, Bocchino, Campanella, Cervellini, De Cristofaro, Mineo

Dopo il comma 4, inserire i seguenti:

«4-bis. Le disposizioni di cui all’articolo 19, comma 2, del decreto-legge n. 104 del 2013, convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, si applicano anche all’anno accademico 2016-2017 per il personale docente che, nel medesimo anno accademico, abbia maturato i requisiti ivi previsti nei corsi accademici di primo e secondo livello, presso le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. L’inserimento è disposto con modalità definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

4-ter. All’onere di cui al comma 4-bis, pari a 7,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell’ambito previsionale di base di parte corrente ’’Fondo speciale’’ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, all’uopo utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero».

4.92

Mancuso

Dopo il comma 5 aggiungere il seguente:

 «5-bis. A decorrere dall’anno 2017, il rapporto di lavoro e le carriere del personale docente delle istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica è regolato sotto il profilo giuridico garantito dall’articolo 33 della Costituzione e in analogia con i criteri adottati dal sistema pubblicistico universitario. Con regolamento da adottare entro e non oltre il 31 dicembre 2017, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera b), della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro per la semplificazione la pubblica amministrazione, sono stabilite le modalità di attuazione degli inquadramenti economici anche in riferimento al decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 2011, n. 232. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Eventuali trattamenti economici più favorevoli derivanti dal nuovo inquadramento sono mantenuti come assegni ’’ad personam’’ riassorbibili».

 

La relatrice Zanoni ha osservato nella seduta di ieri come gli emendamenti 4.31, 4.32 e 4.92 comportino maggiori oneri, e come invece le proposte emendative 4.16 e 4.17 richiedano una relazione tecnica.

Questa la bozza di tutti gli emendamenti al DDL 2630. E questa la versione definitiva.

 

Cultura umanistica e filiera, primi passi in Commissione

Nel corso della seduta odierna della Commissione VII del Senato la relatrice Elena Ferrara (PD) ha dato il via all’esame della delega 382 (quella sulla c.d. “cultura umanistica”) e ricordato l’ampio lavoro di approfondimento condotto dalla Commissione sui temi dello schema in titolo (promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività). Ha evidenziato come il decreto risponda alle esigenze di potenziamento dei linguaggi artistici e musicali. La disciplina proposta, infatti, si fonda su una visione della creatività intesa come binomio di conoscenze e di sperimentazioni. Il provvedimento precisa che l’apprendimento delle discipline artistiche è realizzato dalle istituzioni scolastiche all’interno del Piano triennale dell’offerta formativa. Viene definita una organizzazione complessa in cui agiscono il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, importanti soggetti pubblici, come l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE) e Alta formazione artistica e musicale (AFAM), e gli Istituti di cultura italiana all’estero. Il Presidente del Consiglio dei ministri, da parte sua, adotterà con proprio decreto il Piano delle arti che comprenderà l’insieme degli interventi volti a sviluppare i temi della creatività da parte delle istituzioni scolastiche. Si sottolineano, inoltre, le forme di collaborazione fra il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e l’INDIRE e la possibilità di costituire reti di scuole. La relatrice ha poi dato conto dell’ulteriore possibilità di attivare poli di istituzioni scolastiche ad orientamento artistico e performativo, previo riconoscimento dell’Ufficio scolastico regionale. Ha fatto riferimento alla formazione in servizio dei docenti e alle specifiche modalità di attuazione del decreto nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie, ha commentato con soddisfazione il potenziamento della pratica musicale nelle scuole secondarie di primo grado e al riequilibrio territoriale delle stesse che hanno un indirizzo musicale. Per le scuole secondarie di secondo grado ha richiamato la possibilità di organizzare attività di teoria e pratica delle arti e sottolineato l’importanza riconosciuta ai licei musicali. Ritiene infine importante che gli istituti superiori di studi musicali organizzino corsi propedeutici di formazione professionalizzante finalizzati alla preparazione delle prove di accesso ai corsi di studio accademici di primo livello. Specifiche attività formative in favore di studenti minori particolarmente qualificati potranno essere attivati dalle istituzioni AFAM.

Ricordiamo che l’articolo del provvedimento che riguarda anche l’Alta Formazione Musicale è il 15 (Armonizzazione dei percorsi formativi della filiera artistico-musicale), con cui si istituiscono i nuovi Corsi Propedeutici («che devono tenere conto del talento musicale dello studente e del possesso di un livello tecnico comunque avanzato») che andranno a sostituire gli attuali pre-accademici. Attualmente gli studenti iscritti al periodo finale del ciclo pre-accademico (il livello “avanzato” che presumibilmente potrebbe somigliare al nuovo Propedeutico) sono 2554 nei Conservatori e 677 negli Istituti ex Pareggiati (Fonte: Statistica Miur 2015/2016).

 

Lezioni private – 3 L’Altra Formazione Artistica e Musicale

Nelle precedenti puntate ci siamo brevemente occupati di nuove e particolari modalità attraverso cui alcune scuole ottengono autorizzazione a rilasciare titoli dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, e di come talvolta non sia ben chiaro se i percorsi didattici che pubblicizzano sui loro siti siano stati già realmente autorizzati, anche perché almeno uno degli organi deputati a esprimere un parere su quelle autorizzazioni, il CNAM, da parecchio tempo non esiste più.

Quali sono però i dati relativi alle scuole non statali a oggi realmente e ufficialmente autorizzate al rilascio di titoli dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, a quelle, cioè, che non utilizzano sul loro sito in modo un po’ spregiudicato  la dicitura alta-formazione-artistica-e-musicale senza averne forse realmente diritto, o che non dichiarano di rilasciare titoli universitari senza che ciò risulti in alcun modo dal sito del Miur?

Si tratta di circa 5000 studenti iscritti ai corsi di Triennio e 6 studenti iscritti ai Bienni (???) del Saint Louis Music Center, College of Music di Roma. Ben 3000 risultano iscritti ai corsi triennali dello IED nelle sedi di Milano, Roma, Torino e Cagliari (gli iscritti ai corsi triennali di tutti i Conservatori sono 11.129). Relativamente al settore musicale i trienni sono complessivamente 804, di cui ben 332 presso il Saint Louis.

 

Qualche dato sui singoli corsi triennali: 24 iscritti a Canto, 27 a Pianoforte, 51 a Pianoforte Jazz, 8 a Violoncello, 21 a Violino, 8 a Tromba, 5 a Saxofono, 25 a Saxofono Jazz, 35 a Composizione, 50 a Chitarra Jazz, ma poi 219 a Fotografia, 118 a Illustrazione, 389 a Product design, 450 a Fashion design (Design della moda) e 723 a Interior design.

748 studenti iscritti ai trienni non hanno più di 19 anni di età, dunque presumibilmente non sono ancora in possesso di diploma di maturità, 218 hanno più di 30 anni, 697 sono stranieri, e di loro 272 son cinesi; seconda nazione rappresentata è la Svizzera, con 27 studenti.

In queste scuole insegnano, limitatamente ai corsi triennali riconosciuti, 137 docenti di “prima fascia” e 1437 individuati come “altro”, di cui 85 a tempo indeterminato e 1363 a contratto.

Fonte: Ufficio di Statistica-Miur (http://statistica.miur.it). Tutti i dati si riferiscono all’a.a. 2015/2016.

Si ricomincia

Giovedì 26 di fronte alle commissioni congiunte di Camera e Senato il Ministro Fedeli esporrà le linee programmatiche del suo Ministero. Si tratta delle prime dichiarazioni pubbliche dopo l’Atto di indirizzo del 23 dicembre u.s. (http://www.docenticonservatorio.org/wp-admin/post.php?post=3907&action=edit).

Dirà qualcosa anche sull’Afam? Parlerà del DDL 322? Della bozza di regolamento sul reclutamento, per ora affidata solo a misteriosissime slides? Mostrerà l’ambizione a un cambio di passo rispetto al modo di operare e di comunicare di chi l’ha preceduta?