Incontro del 6 giugno a Milano. Prove tecniche di dialogo

Il 6 giugno 2017 si è svolta a Milano presso il Conservatorio di Musica G. Verdi la prima giornata nazionale della Conferenza dei Docenti dei Conservatori di Musica Italiani.

Le tematiche trattate sono state quelle relative alla riforma del comparto AFAM, che, pur avendo ormai compiuto 18 anni (legge 508 del 1999), non è ancora stata completata (mancano in particolare i regolamenti attuativi relativi al reclutamento, la stabilizzazione dei bienni, l’attuazione dei dottorati di ricerca, la statizzazione degli Istituti Superiori di Studi Musicali comunali e provinciali).

La Senatrice Rosetta Enza Blundo ha affermato la necessità di un impegno forte da parte del MIUR verso le istituzioni AFAM e ha sottolineato la necessità e l’urgenza della risoluzione del precariato (con particolare riferimento alla graduatoria nazionale 128 attualmente valida solo per i contratti a tempo determinato); il Presidente della Conferenza dei Direttori dei Conservatori Renato Meucci dal canto suo ha lamentato l’assenza di un dialogo costruttivo con il MIUR, e la mancanza di attenzione di quest’ultimo alle necessità del comparto.

Al centro del dibattito è stato inoltre il problema dei corsi preaccademici, per i quali alcuni dei relatori (Cristina Frosini, direttore del Conservatorio di Milano, Alberto Giraldi, direttore del Conservatorio di Frosinone) hanno rivendicato il ruolo fondamentale dei Conservatori messo in crisi dal recente regolamento attuativo della legge sulla buona scuola, il cui art. 15 (armonizzazione dei percorsi formativi della filiera artistico-musicale) limita il ruolo e la presenza di queste tipologie di corsi all’interno degli Istituti Superiori di Studi Musicali, lasciandoli in buona parte alle Scuole Medie a Indirizzo Musicale e ai Licei Musicali. I relatori e alcuni interventi dei presenti hanno sottolineato le problematiche ancora riscontrabili in questi ultimi e la loro disomogenea distribuzione sul territorio nazionale. La senatrice Ferrara ha invece ribadito la necessità di un ridimensionamento della presenza dei corsi preaccademici nelle istituzioni AFAM e sottolineato che prima dei 16 anni non si può parlare di corsi professionalizzanti. Roberto Neulichedl ha affermato che va evitata una visione parcellaria, in cui le competenze interpretative sono disgiunte dalle competenze musicali e culturali generali.

Altro tema sviluppato è stato quello dell’internazionalizzazione. Gli interventi di Lucia Di Cecca e Riccardo Ceni, direttore del Conservatorio di Parma, hanno sottolineato il ruolo che i processi di internazionalizzazione rivestono ormai all’interno dell’AFAM, fornendo nuove possibilità per la ricerca, la mobilità e le convenzioni tra istituzioni di paesi membri dell’UE. L’ampliamento dell’offerta dell’ERASMUS può in parte sopperire agli scarsi finanziamenti del MIUR nei confronti dell’AFAM.

La Professoressa Maria Luisa Meneghetti, membro del direttivo ANVUR, ha invece affermato la necessità di una corretta valutazione delle istituzioni AFAM come mezzo per una loro completa integrazione nel sistema dell’alta formazione. Leonella Grasso Caprioli ha invece comunicato che nel 2020 l’Italia sarà la sede dell’Interministeriale del processo di Bologna, dove si porrà particolare attenzione ai temi della ricerca, della terza missione e dell’internazionalizzazione; sarà un’occasione importante anche per le istituzioni della formazione superiore artistico-musicale.

Nel pomeriggio altro tema scottante è stato la sorte degli Istituti Superiori di Studi Musicali non statali che versano in condizioni economiche difficili e aspettano da ormai 18 anni il processo di statizzazione previsto dalla legge 508 del 1999. Cinzia Piccini, direttore dell’ISSM di Pavia, ha evidenziato come l’emendamento su tali istituti incluso nella ‘manovrina’ (e ultimamente approvato da camera e senato) presenti degli elementi di ambiguità come l’affermazione che solo ‘una parte’ degli istituti sarà statizzata (senza indicare di quale parte si tratti). Tali dubbi sono stati condivisi dal deputato Raffaello Vignali in collegamento da Roma. Altri due temi toccati sono stati le modalità del reclutamento dei docenti (Marco Zuccarini, direttore del Conservatorio di Torino) e le docenze di ‘seconda fascia’ (Rossella Vendemia).

L’ultima sessione ha visto interventi più specifici sull’interazione tra fondazioni lirico-sinfoniche e istituzioni AFAM (Francesco Bellotto), sulla didattica (Beatrice Campodonico, Emilio Piffaretti, Maria Elena Bovio, Alberto Odone) e sul ruolo delle biblioteche musicali (Marcoemilio Camera).

Preme sottolineare che si è trattato del primo incontro nazionale sull’AFAM ad aver visto come protagonisti i docenti di queste istituzioni, e la prima occasione pubblica in cui si è assunto quale punto di vista privilegiato quello di coloro che quotidianamente sono realmente impegnati nella formazione superiore artistico-musicale del nostro paese.

La Conferenza dei Docenti dei Conservatori di Musica Italiani ringrazia nuovamente il Conservatorio di Milano e il suo direttore Cristina Frosini per l’ospitalità, i colleghi Daniela Macchione e Fabrizio Dorsi per il ruolo di moderatori e tutti i colleghi presenti all’incontro.

Auspichiamo, e ci impegneremo a stimolare, nuove iniziative in questa direzione affinché possa crearsi una vera comunità della docenza AFAM aperta al dialogo con studenti, politici, società civile e tutte le istituzioni della formazione, sia essa di base o superiore.

 

Lezioni private – Lezione 21

Nuovi arrivi tra le scuole private autorizzate al rilascio di diplomi accademici di primo livello (siamo ormai a 21); il momento è propizio perché gli accreditamenti, in assenza di CNAM, sembrano piuttosto agevoli.

Con Decreto Ministeriale 16 maggio 2017 n. 278  è stata autorizzata la Libera Accademia di Belle Arti di Rimini a attivare i corsi di

  • Fashion Design (DAPL06)
  • Graphic Design Multimedia (DAPL06)
  • Design (DAPL06)
  • Fotografia (DAPL06).

Con Decreto Ministeriale 16 maggio 2017 n. 280 è stato autorizzato  SAE Italia S.R.L. International Technology College, con sede in Milano all’attivazione dei corsi di

  • Produzione audio (DAPL08)
  • Produzione cinetelevisiva e nuovi media (DAPL08).

Con Decreto Ministeriale 16 maggio 2017 n. 279 il Miur ha infine autorizzato Mussida Music Publishing, con sede in Milano, all’attivazione presso la propria sede, del corso e al rilascio del relativo titolo di diploma accademico di primo livello in:

I corsi si svolgeranno presso il CPM, che peraltro continuerà a offrire corsi “bachelor” (dal sito CPM: «L’equivalente della laurea breve per il sistema didattico internazionale è il titolo Bachelor of Arts. Il CPM è il primo Istituto in Italia ad aver strutturato i corsi con un sistema multidisciplinare e multigenere secondo un percorso full time. Il monte ore annuale è compreso tra le 350 e le 500 ore, è su tre anni con possibilità di un quarto anno Master e l’aggiunta di materie extra curriculari. Dopo il primo anno è possibile accedere al triennio AFAM senza sostenere l’esame di ammissione»).

Tale riconoscimento è stato uno dei temi dell’incontro che si è svolto il 13 giugno scorso presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, dal titolo Milano al centro delle professioni della musica.

Vi hanno preso parte Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del Lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse Umane, Franco Mussida – Presidente del CPM Music Institute, Nel corso dell’incontro l’assessore alla cultura del Comune di Milano ha affermato:

«Il riconoscimento ministeriale al CPM è un momento importante per questa scuola milanese che ha avuto un percorso didattico lungo 30 anni nella formazione e nella promozione di un approccio consapevole e professionale ai linguaggi della popular music. Il CPM infatti ha formato tanti professionisti accompagnando moltissimi giovani appassionati ad acquisire le competenze e le tecniche necessarie per affrontare i palcoscenici più impegnativi e i pubblici più esigenti, contribuendo così ad arricchire il panorama musicale italiano di molti nuovi talenti. Il conferimento ufficiale di natura giuridica al titolo di studio per i diplomati del CPM è ancora più importante perché cade in un momento di grande crescita per la Milano della musica, che sta predisponendo un autentico masterplan per posizionare la città tra le music cities più significative di tutto il mondo».

 

 

Musica per organi assenti

Lo scorso 7 giugno, ma il testo è stato misteriosamente introvabile fino a stamattina, il Consiglio Universitario Nazionale ha prodotto un parere a proposito del D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 59, recante riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria , a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera b) della Legge n. 107/2015.

Vi si forniscono indicazioni tanto riguardo ai 24 CF da maturarsi come requisito di accesso, tanto riguardo al cosiddetto percorso FIT, facendo però riferimento per Musica nella scuola secondaria, Storia della musica, Tecnologie musicali e Teoria, analisi e composizione (queste ultime tre nei Licei Musicali) solo e esclusivamente a classi di concorso del sistema universitario, e non anche del sistema Afam.

Il parere si conclude così:

«Le classi di concorso considerate sono quelle di pertinenza del sistema universitario; non sono state date indicazioni sulle classi di concorso del sistema AFAM, e per le classi di concorso di pertinenza di entrambi i sistemi sono stati indicati solo contenuti attinenti alle discipline universitarie».

Ad esempio, dal relativo allegato, ecco le schede relative alle classi di concorso Storia della musica, Tecnologie musicali e Teoria, analisi e composizione:

 

 

 

 

 

Già, perché  il decreto legislativo prevede una serie di pareri da chiedere al  Consiglio universitario nazionale, ma anche al Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica musicale e coreutica, ciascuno per le classi di concorso di relativa competenza, nonché al Consiglio superiore della pubblica istruzione. Ma poi all’art.18, norma transitoria, la solita sorpresina:

Nelle more della ridefinizione delle procedure per la rielezione del Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale, i regolamenti, i decreti e gli atti occorrenti per l’attuazione del presente decreto sono perfetti ed efficaci anche in carenza del prescritto parere.

Ancora una volta il medesimo articolato legislativo stabilisce un sistema di pareri e di organi da interpellare prevedendo contemporaneamente l’assenza di quegli organi e la validità di quei pareri.

Crediamo che i rischi siano evidenti a tutti.

Nel frattempo alcuni giorni fa i Docenti di Didattica della Musica – Gruppo Operativo (DDM-GO) hanno inviato al Presidente della Conferenza dei Direttori dei Conservatori di musica e degli IMP questa lettera, rappresentando la «necessità di trasmettere con urgenza al Ministro competente una propria proposta autonoma atta a preservare le prerogative formative delle Istituzioni dell’AFAM nel campo della professione docente, per le quali da decenni sono state istituite le Scuole di Didattica della musica» e chiedendo «la costituzione di un’apposita commissione che elabori in tempi celeri una specifica proposta».

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Ricordati di santificare le feste

Nata nel 1982 da un’idea dell’allora ministro della cultura francese Jack Lang e del vulcanico Maurice Fleuret, allora Direttore Generale per la musica e la danza presso il Ministero della Cultura, anche nella scia dei Saturnales  ideati sei anni prima da Joël Cohen, la Festa della Musica vide a partire dal 1995 l’adesione di diverse città europee, tra cui Roma e Milano. Gli intenti principali, codificati due anni dopo in un manifesto in sette punti, sono di «valorizzare la varietà e la diversità delle pratiche musicali…. invitare gli esecutori a una partecipazione spontanea e gratuita… permettere di esprimersi tanto a dilettanti che a professionisti… aprire eccezionalmente al pubblico luoghi che tradizionalmente non sono utilizzati per fare musica: ospedali, musei, edifici pubblici, il tutto senza fini lucrativi… creare occasioni di ascolto totalmente gratuite anche per il pubblico».

Ma l’idea di fondo di Fleuret, in certa misura visionaria e “politica”, nasceva in parte da una ricerca del 1981 che aveva rivelato che oltre 5 milioni di francesi “suonavano” uno strumento;  talvolta la si riassumeva così: «musica ovunque, concerti da nessuna parte». Dice oggi Lang: «Nel 1981 la musica classica godeva di un riconoscimento assoluto e particolare, e noi ritenevamo fosse necessario che anche gli altri generi (musica tradizionale, musica rock, musica di oggi) fossero portati alla luce. Volevamo una festa di tutte le musiche».

Questa l’assai forte idea di partenza, in un equilibrio molto francese tra natura e culture. Ma oggi, che la Festa della Musica riguarda 120 paesi? Oggi che in India è gestita da Artist Aloud  o Hard Rock Café? Siamo così convinti che sia rivoluzionaria e necessaria (ancora) un’operazione culturale che permetta un’emancipazione, poniamo,  della musica di consumo, nella cornice dell’ennesima Notte Bianca? Che consenta degli sconticini su questi dischi? O, se preferite, su questi?

Oggi la Festa italiana è promossa dal Mibact, dalla SIAE e dall’Associazione Italiana per la Promozione della Festa della Musica presieduta da Marco Staccioli, in collaborazione con l’Anci, l’Unpli, la Conferenza delle Regioni, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, il Ministero della Salute, il Ministero della Difesa e quello della Giustizia. Media partner dell’evento è Rai Radio 3; l’edizione 2017 vede poi la “collaborazione” di Carrefour Market, che mette a disposizione ben 163 punti vendita per altrettanti non meglio definiti appuntamenti musicali. Anche se ad esempio a Torino la situazione sembra diversa.

 

Se nel 1982 si scommetteva politicamente sulla capacità della musica di dilagare dai suoi luoghi ai suoi non-luoghi, sulla possibilità di rendere quel far musica una fête («Faites de la musique!» il motto-calembour di allora), sull’equivocazione tra gratuità del gesto e auto-gratificazione di chi lo compie, sull’antinomia barthesiana dilettante/consumatore, con una nostalgia tutta francese da exposition universelle, che dire del qui e dell’oggi?

Oggi in Italia, per non dire dei ben noti problemi della formazione musicale e della sua ormai mitologica riforma, nata come è noto su una nobilissima idea di “gratuità” (e cioè a costo zero), su 100 persone sopra i 6 anni di età, solo 9, 7 frequentano almeno una volta l’anno un concerto di musica “classica”, mentre 30 vanno a vedere una mostra o un museo, e 25, 7 frequentano spettacoli sportivi (Fonte: Rapporto ISTAT 2016); oggi i dati sull’occupazione forniti da E&Y (Italia Creativa), che tengono conto anche e soprattutto della musica non “classica” sono questi:

Oggi in Italia tutti i recenti e imminenti progetti di riordino dei teatri e dei luoghi della musica, a maggior ragione dopo la Legge 160/2016, e compreso il misterioso Codice dello Spettacolo dal vivo, ennesima delega al Governo attualmente in settima Commissione al Senato, hanno come linea guida primaria risparmio e risanamento. Oggi in Italia i lavoratori delle Fondazioni occupano gli uffici delle Sovrintendenze. Oggi lo stesso presidente Anfols sembra condividere le preoccupazioni anche occupazionali dei lavoratori dei teatri, mentre la segretaria nazionale Slc-Cgil ribadisce la necessità «di una riforma vera dello spettacolo dal vivo, senza separare le fondazioni dal resto del comparto della musica. Le 14 fondazioni italiane non coprono neppure tutto il territorio nazionale, e il timore è che si voglia ridurne ancora il numero. Se si spengono i teatri è inutile anche avere tanti conservatori. E molti dei nostri artisti già vanno all’estero».

Del resto all’interno dell’Atto di indirizzo 2017-2019 del Ministro Franceschini del 16 novembre 2016 l’unica priorità esplicitamente riferita alla musica è «accelerare il risanamento delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche e il rilancio [?] del sistema nazionale musicale di eccellenza [???]».

Insomma, risanamento, risparmi, iniziative gratuite, quasi a voler registrare l’esistenza solo di fruitori/consumatori e non anche di lavoratori/produttori; sembrerebbe proprio che con la “cultura”si possa sì forse festeggiare a comando in tempi di solstizio, ma mangiare proprio no. Se non venisse però a smentirci Elio, che nel corso della manifestazione di ieri a Montecitorio alla presenza della Presidente della Camera Laura Boldrini ha osservato come in Italia con la cultura si possa invece mangiare di brutto, fino a ingozzarsi. E noi non stentiamo a credergli.

 

 

Dopo le morae, ecco la vacatio: basta col latinorum, please.

L’otto giugno scorso i deputati Ghizzoni (PD) e Vacca (5 stelle) hanno presentato due interrogazioni in Commissione Cultura della Camera, segnalando il caso  di istituzioni formative di varia natura (Telematica Pegaso e I.CO.TE.A C.A.T. – con sedi a Milano e Ispica –, che si dichiara autorizzata dal Ministero) che stanno offrendo la possibilità di conseguire mediante corsi a pagamento i 24 crediti necessari per la partecipazione al prossimo concorso a cattedre.

Il sottosegretario on. Gabriele Toccafondi  ha risposto che le iniziative rappresentate negli atti di sindacato ispettivo in esame sono state assunte in modo autonomo, senza alcun coinvolgimento dell’Amministrazione centrale del MIUR. E va bene. In premessa ha però dichiarato:

«Al riguardo, si rassicura che il MIUR ha avviato le procedure, in particolare per il profilo universitario, ai fini di dare corretta ed adeguata applicazione al dettato normativo sopra richiamato, anche coinvolgendo, per i relativi pareri, il proprio organo tecnico consultivo, ovverosia il Consiglio universitario nazionale (CUN). Relativamente al settore AFAM, invece, è palese la situazione di vacatio nella quale versa attualmente il corrispondente organismo, cioè il Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale (CNAM)».

Il 23 giugno il Miur ha poi comunque diramato un comunicato con cui «nell’esclusivo interesse delle potenziali candidate e dei potenziali candidati, e per evitare affidamenti mal riposti o ingiustificati, si ritiene indispensabile sottolineare che i corsi attualmente pubblicizzati da diverse istituzioni, formative e non, sono promossi in totale mancanza dell’atto ministeriale che determinerà le inderogabili condizioni per il conseguimento e il riconoscimento dei crediti necessari quale requisito di accesso alle prossime procedure concorsuali».

La Festa della Musica a Montecitorio

Nel corso della celebrazione della Festa Europea della Musica lo scorso 21 giugno alle 15 presso la Sala della Regina di Montecitorio, in collaborazione con la Conferenza dei Direttori dei Conservatori italiani, la Presidente Laura Boldrini ha conferito, come riconoscimento al talento, la medaglia della Camera a giovani musicisti vincitori, negli ultimi anni, di premi internazionali.

 

Potete qui ascoltare gli interventi dell’on. Raffaello Vignali (6’37”-14’05”), del Presidente della Conferenza dei Direttori Renato Meucci (24’53”-30’29”), della Presidente della Camera Laura Boldrini (42’42”-47’24”) e del conduttore dell’evento, Elio (47’26”-48’07”) (Fonte: Camera webTV)

Di martedì

Lo scorso 14 giugno la Ministra Fedeli ha incontrato al Miur le Organizzazioni Sindacali in vista del rinnovo del contratto (di comparto e dell’area dirigenziale) del settore Istruzione e Ricerca, che comprende i dipendenti di Scuola, Università (solo dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo), Alta formazione artistica musicale e coreutica, Enti pubblici di ricerca.

«Oggi abbiamo avviato un lavoro importante per la composizione e la condivisione delle linee di indirizzo – sottolinea la Ministra Fedeli – Partiranno subito tavoli di approfondimento sui singoli settori (scuola, università, ricerca, Afam),  che si concluderanno i primi di luglio».

Questo dovrebbe essere il calendario:

Da martedì 20 giugno e per tre martedì consecutivi alle ore 15,
due tavoli contemporanei: tavolo tecnico su Ricerca e tavolo tecnico su Università e AFAM.

30 giugno incontro di sintesi con il Capo del Gabinetto del Ministro.

Qui il comunicato stampa del MIUR, quello di FLC – CGIL, quello dell’UNAMS

Coordinamento docenti Esercitazioni orchestrali

L’incontro Prospettive per l’Afam tenutosi il 6 giugno scorso al Conservatorio di Milano è stata anche l’occasione per alcuni docenti di Esercitazioni orchestrali per mettere a confronto le loro esperienze e per decidere di far nascere un cordinamente nazionale dei docenti di questa materia. Di seguito il documento che hanno condiviso con i nominativi dei primi firmatari.

 

Costituzione del Coordinamento nazionale
docenti di
Esercitazioni orchestrali

(Milano, 6 giugno 2017)

 

È costituito il coordinamento nazionale dei docenti di Esercitazioni orchestrali.

Possono aderire al coordinamento i docenti assunti a tempo indeterminato o supplenti inquadrati nel settore disciplinare COMI 02 presso Conservatori, Istituti musicali pareggiati e altre istituzioni italiane autorizzate a rilasciare diplomi accademici di primo e/o secondo livello.

Finalità del coordinamento è quella di mettere in comune, scambiare, divulgare informazioni, esperienze, metodologie, assumere iniziative, sviluppare azioni che possano contribuire alla valorizzazione e allo  sviluppo delle Esercitazioni orchestrali nell’ambito dell’Alta Formazione Musicale Italiana.

A tal fine, come primo strumento di comunicazione fra gli aderenti sarà utilizzato il gruppo Formazione orchestrale sul sito della Conferenza dei docenti dei Conservatori di musica italiani.

Primi firmatari

Bruno Dal Bon (Como)

Fabrizio Dorsi (Milano)

Luca Ferrara (Pesaro)

Alberto Martelli (Parma)

Amedeo Monetti (Milano)

Michele Nitti (Lecce)

Luisa Russo (Ferrara)

Superamento del precariato, ma non per l’AFAM

Lo scorso 7 giugno è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’atteso Decreto Legislativo “Madia” n. 75 del 25 maggio 2017. Il comma 9 dell’articolo 20 sul “Superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni” è stato confermato nella sua prima versione che esclude le Istituzioni AFAM fino all’adozione del regolamento di cui all’Art. 2 della 508.

Questo il testo dell’articolo che ci riguarda:

  1. Il presente articolo non si applica al reclutamento del personale docente, educativo e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) presso le istituzioni scolastiche ed educative statali. Fino all’adozione del regolamento di cui all’articolo 2, comma 7, lettera e), della legge 21 dicembre 1999, n. 508, le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alle Istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. I commi 5 e 6 del presente articolo non si applicano agli enti pubblici di ricerca di cui al decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218. Il presente articolo non si applica altresi’ ai contratti di somministrazione di lavoro presso le pubbliche amministrazioni.