Good News!

Non capita spesso di poter dare buone notizie su questo sito. Stavolta però una buona notizia c’è: in commissione bilancio della Camera dei deputati è stato approvato l’emendamento che consente la trasformazione della graduatoria cosiddetta 128 in GAE, la progressiva immissione in ruolo dei docenti e la creazione di una graduatoria nazionale per coloro che hanno insegnato per almeno 3 anni. Manca naturalmente l’approvazione da parte del parlamento, ma ora la strada è tutta in discesa. È un primo importante passo per il superamento del precariato nel nostro comparto.

Ecco il testo dell’emendamento:

Dopo il comma 357 inserire i seguenti:
357-bis. Al fine di superare il precariato nelle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM) sono stanziati 1 milione di euro per l’anno 2018, 6,6 milioni di euro per l’anno 2019, 11,6 milioni di euro per l’anno 2020,15,9 milioni di euro per l’anno 2021, 16,4 milioni di euro per l’anno 2022, 16,8 milioni di euro dall’anno 2023 all’anno 2025, 16,9 milioni di euro per il 2026, 17,5 milioni di euro per il 2027, 18,1 milioni di euro per l’anno 2028 e 18,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2029. A decorrere dall’anno 2018 le graduatorie nazionali di cui all’articolo 19, comma 2, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, sono trasformate in graduatorie nazionali ad esaurimento, utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato, in subordine alle graduatorie nazionali per titoli vigenti. Il personale delle graduatorie nazionali di cui al secondo periodo resta incluso nelle
medesime anche a seguito dell’emanazione del regolamento di cui all’articolo 2, comma 7, lettera e) della legge 21 dicembre 1999, n. 508. All’articolo 19, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, e successive modificazioni, le parole: « e 2016- 2017 » sono sostituite dalle seguenti: « , 2016-2017 e 2017-2018 ».
357-ter. Dall’anno accademico 2018-2019, il turn over del personale delle Istituzioni AFAM statali è pari al 100 per cento dei risparmi derivanti dalle cessazioni dal servizio dell’anno accademico precedente, a cui si aggiunge, per il triennio accademico 2018/2019 –2019/2020 –2020/2021, un importo non superiore al 10 per cento della spesa sostenuta nell’anno accademico 2016-2017 per la copertura dei posti vacanti della dotazione organica con contratti a tempo determinato. Il predetto importo è ripartito con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Nell’ambito delle procedure di reclutamento disciplinate dal regolamento cui all’articolo 2, comma 7, lettera e), della legge 21 dicembre 1999, n. 508, è destinata una quota, pari ad almeno il 10 per cento e non superiore al 20 per cento, al reclutamento di docenti di prima fascia cui concorrono i soli docenti di seconda fascia in servizio a tempo indeterminato da almeno tre anni accademici.
357-quater. Il personale docente che non sia già titolare di contratto a tempo indeterminato nelle Istituzioni AFAM, che abbia superato un concorso selettivo ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di istituto e abbia maturato, fino all’anno accademico 2017/2018 incluso, almeno tre anni accademici di insegnamento anche non continuativi, negli ultimi otto anni accedemici, in una Istituzione AFAM nei corsi previsti dall’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, e nei percorsi formativi di cui all’articolo 3, comma 3, del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249 è inserito in apposite graduatorie nazionali utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e determinato, in subordine alle graduatorie nazionali per titoli vigenti e di quelle di cui al comma 357-bis, nei limiti dei posti vacanti disponibili. L’inserimento è disposto con modalità definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e
della ricerca. Conseguentemente il Fondo di cui al comma 624 è ridotto di un milione di euro nell’anno 2018, 6,6 milioni di euro per l’anno 2019, 11,6 milioni di euro per l’anno 2020, 115,9 milioni di euro per l’anno 2021, 16,4 milioni di euro per l’anno 2022, 16,8 milioni di euro dal 2023 al 2025, 16,9 milioni di euro per l’anno 2026, 17,5 milioni di euro per l’anno 2027, 18,1 milioni di euro per l’anno 2028 e 18,5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2029.

Legge di stabilità e Afam

Nella bozza della legge di Bilancio del 19/10/2017 è inserito un articolo che prevede da un lato la statizzazione degli Istituti Superiori di Studi Musicali non statali e il superamento del precariato storico attraverso la trasformazione della graduatoria 128 in graduatoria utile per i contratti a tempo indeterminato, dall’altro – intervento ben più radicale – la riorganizzazione dell’AFAM in non più di 20 Politecnici delle arti, escluse però l’Accademia di arte drammatica e l’Accademia nazionale di danza (non se ne conoscono le ragioni).

Il comma 2 sostituisce l’articolo 2, comma 8, lettera i) della Legge 508/1999, stabilendo gli organi di governo dei Politecnici, i cui direttori resteranno in carica 6 anni.

Ma confrontiamo il comma in questione della 508 con la nuova versione:

nella 508/1999 si legge

«facoltà di costituire, sulla base della contiguità territoriale, nonché della complementarietà e integrazione dell’offerta formativa, Politecnici delle arti, nei quali possono confluire le istituzioni di cui all’articolo 1 nonché strutture delle università. Ai Politecnici delle arti si applicano le disposizioni del presente articolo»;

nella bozza della legge di bilancio

«costituzione, sulla base della contiguità territoriale, della complementarietà e dell’integrazione e valorizzazione dell’offerta formativa, di un numero massimo di 20 Politecnici delle arti salvaguardando l’identità delle Istituzioni statali che vi confluiscono e prevendo quali organi del Politecnico il direttore, il consiglio di amministrazione, il consiglio accademico, il direttore amministrativo, il collegio dei revisori dei conti; il nucleo di valutazione; il mandato del direttore è pari ad un massimo di 6 anni non rinnovabili e quello del direttore amministrativo di 3 anni rinnovabili”.

Dunque ciò che era una libera scelta delle istituzioni diviene ora un obbligo e anche il numero dei politecnici è fissato in modo rigido; inoltre scompare il riferimento all’università. Stupisce che non si faccia parola della relazione tra gli organi di governo esistenti (non dimentichiamo che le istituzioni AFAM godono di «autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile») e i nuovi. Non è chiarito come venga scelto il direttore dei Politecnici (se sia nominato o eletto).

In realtà, proprio per la comparsa di nuovi organi superiori a quelli delle singole istituzioni, la nuova norma modificherebbe anche un altro articolo della legge 508/1999, l’art. 2 comma 4 relativo all’autonomia delle istituzioni AFAM:

legge 508/1999, art. 2 comma 4

«Le istituzioni di cui all’articolo 1 sono sedi primarie di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale e svolgono correlate attività di produzione. Sono dotate di personalità giuridica e godono di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile ai sensi del presente articolo, anche in deroga alle norme dell’ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, ma
comunque nel rispetto dei relativi princìpi»;

ma soprattutto modificherebbe il regolamento attuativo 132/2003 relativo alla governance delle istituzioni artistiche e musicali; tuttavia né l’uno né l’altro sono citati nella bozza della legge di bilancio.

Le criticità sono innegabilmente molte; una cosa è inserire in una legge di bilancio la trasformazione di una graduatoria nazionale in graduatoria utile per i contratti a tempo indeterminato; una cosa destinare un fondo per l’attuazione di una norma già contenuta in una legge organica dello stato (quella che prevedeva la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati e delle accademie non statali); ben altro è riorganizzare in modo radicale l’AFAM con una norma incompleta, che lascia molti punti oscuri e non prevede alcun finanziamento per la sua attuazione (in assenza di un investimento coerente meglio sarebbe chiamare i Politecnici semplici Accorpamenti).

Mentre la risoluzione del precariato è quanto mai urgente e ci si augura che non venga ulteriormente rinviata, per un riassetto dell’AFAM sarebbe auspicabile una legge organica e specifica, non certo un articolo della legge finanziaria.

Si ha l’impressione che, in vista della fine della legislatura, si voglia comunque far passare stralci (in modo disomogeneo e affrettato) del ddl 322 e del dpr sul reclutamento.

Infine, come si può pensare di avviare la statizzazione degli ex IMP con una somma iniziale di soli 5 milioni di euro, spostando agli anni successivi il grosso della spesa?

Qui di seguito le parti della bozza del 19/10/2017 riguardanti l’AFAM:

Art.
Statizzazione delle accademie di belle arti e degli istituti musicali pareggiati e istituzione dei Politecnici delle arti
1. Al fine di consentire, al termine del triennio 2018 – 2020, la realizzazione integrale del processo di statizzazione e razionalizzazione di cui all’articolo 22-bis, comma 1 del decreto legge 24 aprile 2017, n.50, convertito nella legge 21 giugno 2017, n. 96, il fondo di cui al comma 3 del medesimo articolo 22-bis è integrato con uno stanziamento di 5 milioni di euro per l’anno 2018, di 15 milioni di euro per l’anno 2019, di 30 milioni per l’anno 2020 e di 28 milioni di euro a decorrere dall’anno 2021. Nei decreti di cui al comma 2 del medesimo articolo e con riferimento al triennio 2018 – 2020, sono altresì definiti i requisiti, le modalità e le fasi attraverso cui si realizza la statizzazione. Entro l’anno 2021 si provvede alla riorganizzazione e razionalizzazione della rete territoriale del sistema statale dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica, mediante l’istituzione di non più di venti Politecnici delle arti, di seguito denominati “Politecnici”, di ambito regionale o interregionale, in cui le Istituzioni AFAM statali confluiscono. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano all’Accademia nazionale di arte drammatica e all’Accademia nazionale di danza.
2. Ai fini di cui al comma 1, terzo periodo, l’articolo 2, comma 8, lettera i) della Legge 21 dicembre 1999, n. 508 è sostituito dal seguente: “costituzione, sulla base della contiguità territoriale, della complementarietà e dell’integrazione e valorizzazione dell’offerta formativa, di un numero massimo di 20 Politecnici delle arti salvaguardando l’identità delle Istituzioni statali che vi confluiscono e prevendo quali organi del Politecnico il direttore, il consiglio di amministrazione, il consiglio accademico, il direttore amministrativo, il collegio dei revisori dei conti; il nucleo di valutazione; il mandato del direttore è pari ad un massimo di 6 anni non rinnovabili e quello del direttore amministrativo di 3 anni rinnovabili”.
3. Agli oneri di cui al comma 1, pari a 5 milioni di euro per l’anno 2018, a 15 milioni di euro per l’anno 2019, a 30 milioni di euro annui per l’anno 2020, a 28 milioni di euro a decorrere dal 2021 si provvede XXXXX.
4. A decorrere dall’esercizio finanziario 2018 le risorse finanziarie di parte corrente destinate dallo Stato alle Istituzioni statali AFAM e, dal momento della loro costituzione, ai Politecnici, sono iscritte in un’unica autorizzazione di spesa destinata al finanziamento ordinario degli stessi, relativa alla quota a carico del bilancio dello Stato delle spese per il funzionamento e le attività istituzionali, con esclusione degli oneri stipendiali e contributivi e del salario accessorio per il personale docente e non docente.
5. A decorrere dall’anno accademico 2018-2019, le graduatorie nazionali di cui all’articolo 19, comma 2, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, sono trasformate in graduatorie nazionali a esaurimento, utili per l’attribuzione degli incarichi di insegnamento con contratto a tempo indeterminato e determinato.
6. A decorrere dall’anno accademico 2018-2019, il turn over del personale delle Istituzioni AFAM statali è pari al 100 per cento dei risparmi derivanti dalle cessazioni dal servizio dell’anno accademico di riferimento cui si aggiunge il 50 per cento della spesa sostenuta nell’anno accademico precedente per la
copertura dei posti vacanti della dotazione organica con contratti a tempo determinato, prevedendo la contestuale e definitiva riduzione del corrispondente onere per contratti a tempo determinato.

Valutazione delle competenze, un seminario a Milano

Si terrà mercoledì 18 ottobre a partire dalle 9.30 presso la Sala Puccini del Conservatorio di Milano il seminario La valutazione delle competenze nei Conservatori, a cura della Commissione per la qualità della didattica e della ricerca del Conservatorio di Milano: Ettore Borri, Beatrice Campodonico, Anelide Nascimbene, Luisa Ribolzi.

Dal volantino relativo all’appuntamento:

Valutare livello e qualità della preparazione musicale presenta problemi complessi, a partire dalla inevitabile soggettività del giudizio, se non sugli aspetti tecnici, certamente su quelli artistici.

Premesso che è opportuno operare una distinzione fra dimensione interpretativa e compositiva, e le materie di cultura musicale di base inerenti alla formazione complessiva, è possibile identificare tre diversi momenti di valutazione negli studi musicali accademici:

  • la valutazione in entrata
  • la valutazione durante il percorso di studi
  • la prova di fine corso

In questo breve documento presentiamo alcune considerazioni relative solo al primo punto (valutazione in entrata), in quanto comporta una serie di aspetti istituzionali e formali. Per il secondo e il terzo punto verranno presentate due brevi relazioni che sintetizzano alcuni interessanti esperienze, allo scopo di avviare il dibattito.

Prendere in considerazione i criteri di valutazione – che, come detto, possono essere diversi a seconda delle materie, soprattutto per la distinzione “materie teoriche/materie professionalizzanti” – significa prima di tutto ragionare sui livelli d’accesso ai corsi accademici. I livelli sono importanti: condizionano la programmazione e il tipo di insegnamento dei percorsi di studio e possono determinare una graduatoria fra le istituzioni.

Al momento attuale i candidati al triennio, in possesso di diploma di maturità, provengono da tre ambiti: licei musicali di nuova istituzione; istituti di istruzione di secondo grado quinquennale di qualsiasi indirizzo più una preparazione musicale acquisita in una scuola di musica, o mediante insegnanti privati; licei musicali annessi ai conservatori di Milano e di Trento, gli unici rimasti in Italia.

Come sono gli esami di ammissione nei conservatori? Prevedono la verifica della preparazione sia sulle materie teoriche di base, sia sulle competenze strumentali o solo su queste ultime? Esistono programmi d’esame precisi e dettagliati? Quali sono le modalità delle prove? Sono contemplati esami d’ammissione parziali, ovvero con esonero di alcune prove? A fronte di quali titoli o certificazioni?

Le risposte a questi quesiti non sono né semplici, né immediate perché la situazione nei conservatori italiani è alquanto variegata. Una mappa esemplificativa del panorama nel nostro paese offre non pochi spunti di riflessione. Inoltre, l’attuale modalità di reclutamento dei docenti pone un problema non marginale in relazione alla qualità dell’insegnamento: le competenze dei candidati che chiedono l’ammissione al triennio possono essere profondamente diverse, anche in presenza di certificazioni equivalenti. Questo del resto accade anche per l’Università.

Riguardo ai livelli di competenze in accesso va poi affrontata la questione del rapporto fra competenze minime fissate per tutti dal ministero e autonomia delle singole istituzioni.

In ogni caso, si pone il problema del raccordo tra conservatorio e istituzione di provenienza (per esempio i licei musicali), nonché con il tipo di preparazione altrimenti conseguita fino ai 18 anni. Se si sceglie di abolire i licei annessi ai conservatori, se non si potenzia e non si regola il meccanismo delle convenzioni tra conservatori e licei musicali si rischia di avere come conseguenza un livellamento verso il basso.

Si può anche pensare di lasciare autonomia alle singole istituzioni: ogni conservatorio, cioè, decide liberamente i livelli di accesso, purché non inferiori ai minimi fissati dal Ministero, e i ragazzi scelgono di iscriversi dove ritengono di poter raggiungere la preparazione migliore in relazione alle competenze possedute e alle proprie capacità. In questo caso, però, è ancora più fondamentale che vengano fissati i livelli in uscita dai percorsi accademici, soprattutto per le carriere che richiedono il possesso di determinati requisiti (per esempio l’insegnamento). Il livello raggiunto al termine del percorso accademico fa parte del contratto fra l’istituzione e gli iscritti e dovrebbe costituire titolo sia per il proseguimento degli studi anche in un’istituzione diversa o all’estero, sia per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Qui la locandina con il programma dettagliato della giornata.

Il personale docente dei Conservatori I dati 2016/17

Dalle ultime rilevazioni dell’anno 2016/17 pubblicate sul sito dall’Ufficio di statistica del MIUR risulta un netto incremento del numero dei docenti a contratto (oltre 300 nuove assunzioni). Il numero di docenti di ruolo e a tempo determinato resta invece sostanzialmente invariato. Questo a conferma di una tendenza che emerge da diverso tempo: negli ultimi cinque anni gli insegnanti a contratto sono infatti quasi raddoppiati, (da 1123 a 2185) ed oggi sono circa il 44% rispetto al numero dei docenti di ruolo.

 

Personale docente Conservatori
A tempo indeterminato A tempo determinato Personale a contratto/progetto TOTALI
(di ruolo) (supplenti)
totale m f totale m f totale m f
2005/06 5064 3413 1651 333 239 94 468 335 133
2006/07 5073 3415 1658 385 283 102 62 39 23 5520
2007/08 4923 3327 1596 503 353 150 500 376 124 5926
2008/09 4844 3263 1581 627 449 178 610 415 195 6081
2009/10 4726 3171 1555 737 525 212 517 383 134 5980
2010/11 4618 3103 1515 874 587 287 493 343 150 5985
2011/12 4487 3030 1457 858 623 235 522 371 151 5867
2012/13 4406 3000 1406 983 726 257 841 608 233 6230
2013/14 4329 2935 1394 1077 788 289 1277 960 317 6683
2014/15 4329 2991 1412 974 721 253 1368 1005 363 6671
2015/16 4455 3024 1431 933 703 230 1367 1027 340 6755
2016/17 4452 3024 1428 947 716 231 1600 1168 432 6999
Personale docente Istituti Superiori di Studi Musicali
A tempo indeterminato (di ruolo) A tempo determinato (supplenti) Personale a contratto/progetto TOTALI
totale m f totale m f totale m f
2005/06 490 326 164 174 122 52 34 12 22 698
2006/07 461 306 155 160 117 43 41 25 16 662
2007/08 521 354 167 126 80 46 73 50 23 720
2008/09 605 431 174 128 88 40 145 97 48 878
2009/10 550 360 190 113 84 29 167 109 58 830
2010/11 522 356 166 122 90 32 203 138 65 847
2011/12 517 355 162 125 97 28 254 168 86 896
2012/13 511 342 169 122 89 33 282 192 90 915
2013/14 490 339 151 127 95 32 425 268 157 1042
2014/15 486 330 156 116 82 34 482 341 141 1084
2015/16 433 294 139 118 83 35 506 344 162 1057
2016/17 429 294 135 107 85 22 585 397 188 1121
Totali docenti 2016/17 Conservatori e ISSM
A tempo indeterminato (di ruolo) A tempo determinato (supplenti) Personale a contratto/progetto TOTALI
totale m f totale m f totale m f
2014/15 4889 3321 1568 1090 803 287 1850 1346 504 7829
2015/16 4888 3318 1570 1051 786 265 1873 1371 502 7812
2016/17 4881 3318 1563 1054 801 253 2185 1565 620 8120

Due masterclass pianistiche a Novara

L’autunno del Conservatorio di Novara propone, come nel 2016, due masterclass pianistiche, docenti Roberto Prosseda (6-7 ottobre) e Jeffrey Swann  (10-11 novembre).

La scadenza per iscriversi alla prima è il 25 settembre.

  • Quote di partecipazione:

    Studenti del Conservatorio Cantelli, effettivi ed uditori: partecipazione gratuita

    Esterni effettivi: € 80,00; Esterni uditori. € 30,00

    Per informazioni e iscrizioni: segreteria.didattica@consno.it 0321.31252

Due iniziative da Latina

Prende il via presso il Conservatorio di Latina la seconda edizione del corso per Esperto in progettazione e conduzione di percorsi formativi in Informatica musicale per la scuola, destinato a docenti in servizio presso scuole di ogni ordine e grado in possesso di:

1) Competenze musicali certificate
a. Diploma in Didattica della Musica;
oppure
b. Diploma Accademico in Discipline Musicali di Primo o di Secondo Livello. Diploma Vecchio Ordinamento.

[Potranno essere ammessi anche docenti a tempo determinato (con incarico annuale) in servizio nelle specifiche classi di concorso A32, ora AC03, e A77, ora A56 o nella scuola primaria, purché in possesso di certificate competenze musicali]

2) Sufficiente livello di competenze digitali nella gestione di software di registrazione e editing audio

Docenti:

MARTINA ARDIZZI (Università di Parma)
Il corpo dell’arte: una prospettiva neuroscientifica

MARIO BARONI (Università di Bologna)
Pedagogia e didattica dell’ascolto e dell’analisi musicale (titolo provvisorio)

PAOLA CARBONE (Università di Roma “La Sapienza”)
Creatività e memoria: a spasso con Mnemosyne tra miti, neuroscienze e psicoanalisi

FRANÇOIS DELALANDE (INA-GRM Parigi) Ascoltare, trascrivere, analizzare le musiche senza note

MICHEL IMBERTY (Universitè de Paris X-Nanterre) Le origini della musicalità umana

EMANUELE PAPPALARDO (Conservatorio ”Ottorino Respighi”- Latina)
Laboratorio di progettazione e conduzione di percorsi formativi in informatica musicale

Questo il link all’iniziativa.

La seconda iniziativa riguarda l’Early Music Festival , che dal 23 settembre al 15 ottobre presso le città di SermonetaLatinaOstia Antica e Roma.

Otto gli eventi in programma tra il 23 settembre e il 15 ottobre e dislocati tra Sermoneta, Ostia Antica, Roma e Latina per un calendario ricco di iniziative all’insegna del repertorio barocco.

La manifestazione è realizzata con il patrocinio del Comune di Sermoneta che a partire dal 2014 sostiene il Festival ospitando i concerti dell’Early Music Festival all’interno dei luoghi più suggestivi della città.

Come per le precedenti, anche l’edizione 2017 vede la partecipazione di docenti e allievi al fianco di ex-allievi e professionisti. Il Festival è nato infatti con la finalità di rappresentare una concreta opportunità di arricchimento del percorso formativo, offrendo agli studenti la possibilità di esibirsi accanto ai loro docenti e di misurarsi, allo stesso tempo, con l’esperienza di professionisti esterni di comprovata fama. Negli anni, i migliori studenti dei corsi di musica antica hanno avuto l’occasione di dare prova delle proprie abilità musicali e di vedere valorizzato il frutto dei propri studi.

Non solo didattica ma anche molto altro: fin dalle prime edizioni è infatti apparsa cruciale la scelta di legare il progetto culturale del Conservatorio e, in particolare, del Dipartimento di Musica Antica al territorio circostante. In questo senso, l’Early Music Festival 2017, nell’ottica di consolidare la capacità organizzativa del Dipartimento anche in termini di valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale della provincia di Latina, si pone in continuità con l’esperienza delle precedenti edizioni, svoltesi tra Latina e Sermoneta, e mira, allo stesso tempo, a ramificare tale azione su un territorio ancora più ampio, comprendente anche l’area della Capitale: la presenza di due appuntamenti in programma presso la città di Roma e uno presso il borgo di Ostia Antica ne sono la testimonianza.

L’inaugurazione del Festival è prevista per sabato 23 settembre alle ore 21 presso la chiesa di San Michele Arcangelo di Sermoneta (LT) con il concerto “Amori e musicali affetti. Arie e sonate del seicento italiano”. La serata è a cura dell’Ensemble degli allievi ed ex-allievi del Conservatorio di Latina.

Si prosegue giovedì 28 settembre alle ore 21 con “L’ultimo romano. Liutisti e chitarristi a Roma tra ‘600 e ‘700”, recital solistico del liutista Simone Vallerotonda che si esibirà all’arciliuto e alla chitarra barocca presso la chiesa di San Michele Arcangelo di Sermoneta.

Sabato 30 settembre l’Early Music Festival esordisce per la sua prima data al di fuori della provincia di Latina con un concerto a cura dell’Ensemble Barocco del Conservatorio di Latina dal titolo “A Voce sola con Stromenti. Claudio Monteverdi e la musica del suo tempo” che vede la direzione al cembalo del M° Giorgio Spolverini. Appuntamento alle ore 21 presso il Salone Riario dell’Episcopio nel borgo di Ostia Antica.

La manifestazione continua con il “Vespro in musica non officiato”, un progetto a cura dei docenti Gianni La Marca (Conservatorio “O. Respighi” di Latina) e Federico Del Sordo (Conservatorio “S. Cecilia” di Roma). In programma prove generali aperte al pubblico venerdì 6 ottobre dalle ore 11 alle ore 19 presso l’Auditorium “R. Caetani” del Conservatorio di Latina, concerto sabato 7 ottobre alle ore 21 presso la chiesa di San Michele Arcangelo di Sermoneta e domenica 8 ottobre alle ore 21 presso la basilica di San Giorgio al Velabro a Roma. L’evento vedrà la partecipazione di docenti e allievi dei Conservatori di Latina e Roma e coinvolgerà anche il Coro del Conservatorio di Latina diretto dal M° Mauro Bacherini.

Il Festival si concluderà con le “Litanie della Beata Vergine Maria” in programma sabato 14 ottobre alle ore 21 presso la chiesa di San Michele Arcangelo di Sermoneta e domenica 15 ottobre presso la basilica di San Giorgio al Velabro a Roma. Il progetto, la cui direzione a cura del M° Paolo Capirci, è incentrato sull’omonima produzione musicale del XVII secolo, vede consolidarsi il proficuo rapporto di collaborazione instauratosi con il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma e con il Coro da Camera Italiano a partire dal 2014.

Questa la locandina del Festival:

 

I video dell’incontro di Milano

Questi gli interventi di Enza Blundo, Renato Meucci, Elena Ferrara, Cristina Frosini, Alberto Giraldi, Roberto Neulichedl, Lucia Di Cecca, Riccardo Ceni, Leonella Grasso Caprioli, Marco Zuccarini, Cinzia Piccini, Rossella Vendemia, Fabio Dell’Aversana, Francesco Bellotto, Marcoemilio Camera, Beatrice Campodonico, Emilio Piffaretti, Maria Elena Bovio e Alberto Odone nell’ambito dell’incontro Prospettive per l’Afam organizzato dalla Conferenza dei Docenti dei Conservatori di Musica presso il Conservatorio di Milano il 6 giugno scorso.

 

Virginio Zoccatelli direttore del Conservatorio di Udine per il triennio 2017-2020

Il collegio docenti riunitosi lunedì 5 giugno 2017 ha eletto Virginio Zoccatelli direttore del Conservatorio di Musica “J. Tomadini” di Udine per il triennio 2017-2020; succede a Paolo Pellarin che ha retto la carica per due mandati consecutivi. Veronese, diplomato presso i conservatori italiani in pianoforte, strumentazione per banda e composizione, laureato in lettere e filosofia al DAMS di Bologna, compositore tra i più interessanti e significativi della sua generazione con un catalogo di oltre quattrocento titoli tra lavori orchestrali, per orchestra di fiati, per coro, cameristici, teatrali e composizioni per balletto, colonne sonore, documentari e sonorizzazioni audio-video, Virginio Zoccatelli è titolare della cattedra di Elementi di composizione per la didattica.