Formazione iniziale degli insegnanti e “filiera” musicale: verso la progettazione di architetture formative di sistema

Giornata di studi promossa da Docenti di Didattica della Musica – Gruppo Operativo (DDM-GO) e Dipartimento di Didattica della musica del Conservatorio di Firenze

Venerdì 18 marzo 2016
Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” – Sala del Buonumore
Piazza delle Belle Arti, 2 – 50122 FIRENZE

Data la limitatezza di posti a disposizione nella sala, è opportuno registrarsi compilando il modulo reperibile al linkhttps://docs.google.com/forms/d/19zi1O6OrBEZ1FPBjBmnrKTBRdvGTQ6ArfGAOhQSN-z8/viewform

Programma

ore 10.45

– Saluti di apertura e interventi introduttivi a cura della Segreteria del DDM-GO- Tirocinio, tutor e figure strategiche nella scuola: Riccardo Scaglioni, Presidente ANFIS – Ass. Naz. Formatori Insegnanti Supervisori.

ore 11.45

Interventi di:
Dott.ssa Loredana Leoni (Ufficio della segreteria del Sottosegretario MIUR Davide Faraone)
On. Manuela Ghizzoni (Componente 7a Commissione della Camera dei Deputati)
Sen. Elena Ferrara (Componente 7a Commissione del Senato della Repubblica)

ore 13,00 ~ 14.00 Dibattito e conclusioni
con contributi dei settori interessati (AFAM, Licei musicali, SMIM, Forum per l’educazione musicale).

Per ulteriori dettagli:

Formazione iniziale degli insegnanti e “filiera” musicale: verso la progettazione di architetture formative di sistema

Prosegue la mobilitazione dei Conservatori siciliani

Sabato 27 febbraio dalle 16.30 alle 19.00 si terrà presso la sala Scarlatti del Conservatorio di Palermo una maratona musicale che vedrà coinvolti i sei Conservatori e I.S.S.M. siciliani (Conservatorio “V. Bellini” di Palermo, Istituto Musicale “V. Bellini” di Caltanissetta, Istituto Superiore di Studi Musicali di Catania, Conservatorio “A. Corelli” di Messina, Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani e Istituto Superiore di Studi Musicali “A. Toscanini” di Ribera).

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle iniziative di protesta e sensibilizzazione lanciate a fine gennaio dall’assemblea congiunta dalle Conferenze nazionali dei Presidenti, dei Direttori e dei Presidenti delle Consulte degli studenti dei Conservatori statali e non statali.

Qui il  programma dettagliato della manifestazione.

Verso la “Carta di Udine”: le proposte del PD per l’Afam

 

Come forse ricorderete il 23 e 24 ottobre scorsi si è tenuto a Udine il convegno del Partito Democratico Più valore al capitale umano attorno alle problematiche dell’Università, della Ricerca e dell’Alta Formazione Artistica e Musicale. Qui di seguito riportiamo le sintesi del tavolo di lavoro sull’Afam. Per il testo integrale vi rimandiamo qui. Si tratta probabilmente della premessa alla stesura della c.d. Carta di Udine, definita da Francesca Puglisi, responsabile Scuola, Università e Ricerca del PD «un ‘manifesto’ della ricerca e dell’alta formazione elaborato dalla base, dagli addetti ai lavori di tutta Italia, che raccoglie le proposte per rafforzare e dare slancio al sistema della conoscenza, da presentare al Governo».

 

«ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE: RISPONDIAMO INSIEME ALLA CHIAMATA ALLE ARTI DEL GOVERNO

Coordinatori: Elena Ferrara e Gianna Malisani

Dati:

  •  Aumento delle immatricolazioni nel sistema AFAM, in controtendenza rispetto al sistema universitario.
  •  Sistemi formativi (danza, musicale e coreutica) che comprendono le fasce preaccademiche (nel caso dei conservatori il 49% degli iscritti appartiene alla fascia terziaria)
  •  Forte presenza di studenti stranieri, l’Italia è un punto di riferimento mondiale nell’alta formazione artistica e musicale.
  •  Risorse finanziarie diminuite negli ultimi anni e assegnate ogni anno in ritardo, con conseguenze negative sulla gestione delle istituzioni e sulla programmazione degli interventi.
  • Processo di autonomia iniziato nel 2000 e sostanzialmente sospeso a partire dal 2005: mancano ancora molti decreti applicativi, quelli esistenti sono ormai inadeguati; CNAM decaduto e mai più rieletto.
  • Nuova attenzione della politica e del Governo: Documento MIUR “Chiamata alle arti”, questo convegno PD di Udine, ma necessità di procedere concretizzando e avvalendosi delle risorse e competenze più autorevoli per dare un reale impulso all’evoluzione del sistema AFAM.Il sistema dell’Alta formazione artistica, coreutica e musicale è composto da circa cento Istituzioni pubbliche diffuse su tutto il territorio nazionale:

Vi sono:

20 Accademie di Belle Arti statali

54 Conservatori di Musica (con 4 sedi distaccate)

4 Isia

1 Accademia nazionale d’arte drammatica

1 Accademia nazionale di danza

20 Istituti Superiori di Studi Musicali “ex pareggiati”

 

inoltre:

23 Accademie legalmente riconosciute, di cui 5 storiche.
10 Istituzioni non statali autorizzate a rilasciare titoli di alta formazione solamente per specifici corsi accreditati (ex art. 11 D.P.R. 212/2005).

Complessivamente le istituzioni AFAM contavano nell’anno 2013-2014 oltre 85 mila studenti iscritti, tra cui una quota di quasi 9 mila studenti stranieri, pari a oltre il 10%. I docenti con contratto a tempo indeterminato o determinato inserito negli organici sono circa 8 mila, mentre quelli con contratti di collaborazione sono poco meno di 4 mila. Nelle istituzioni AFAM lavorano poco meno di 2.500 non docenti (dati riferiti all’anno accademico 2013/2014 cfr. il documento Chiamata alle arti).

Il sistema istituzionale

La formazione terziaria nelle arti, nella musica e nelle arti performative è da considerare strategica, non solo da un punto di vista meramente culturale, che pure è fondamentale, ma anche perché consente di valorizzare enormi potenzialità espressive e di stimolare lo sviluppo economico ed occupazionale, dell’industria culturale e creativa e, più in generale, di tutta la filiera produttiva del “bello”.

La qualificazione del capitale umano ha effetti concreti sulla crescita culturale, economica e sociale del Paese.

Il settore è per sua natura multidisciplinare. E’ un suo punto di forza che va difeso e potenziato. Ogni schema rigidamente disciplinare finisce col deprimere l’innovazione e la creatività. Anche l’espressione artistica contemporanea è divenuta sempre più multidisciplinare e multimediale.

Il sistema AFAM ha due riferimenti ministeriali fondamentali: MIUR e MIBACT. La programmazione strategica deve fondarsi su una vera roadmap integrata e condivisa tra i due ministeri, sull’esempio delle migliori pratiche europee, ma senza dimenticare il ruolo tutto particolare e ampiamente riconosciuto che l’Italia gioca nel contesto internazionale dei beni artistici e culturali. All’altro capo occorre considerare che il sistema ha e deve mantenere un forte riferimento territoriale perché innerva e stimola la formazione culturale, non solo dei suoi studenti, ma di tutti i cittadini, nel rapporto con l’arte.

La “terza missione” delle istituzioni AFAM è altrettanto, o forse più cruciale, di quella delle università.

Le istituzioni AFAM fanno parte a tutti gli effetti del sistema nazionale integrato e plurale dell’alta formazione terziaria, al pari delle università. Hanno le medesime prerogative di autonomia, come previsto dalla Costituzione e come stabilito dalla legge n. 508/1999. Devono poter esercitare i medesimi livelli di responsabilità e devono essere sottoposte ad uno stringente sistema di valutazione dei risultati.

Il sistema AFAM presenta una maggiore varietà di tipologie istituzionali e una maggiore presenza di istituzioni private accreditate rispetto al sistema universitario. Questa presenza è anche in espansione per la crescente domanda di formazione artistica e musicale e per la diversificazione delle figure professionali collegate, alle quali il sistema pubblico non riesce a rispondere con la necessaria prontezza e flessibilità, soprattutto a causa della mancanza di una vera autonomia.

Obiettivo: uscire dal guado dell’autonomia insabbiata

E’ assolutamente urgente riprendere e completare il percorso dell’autonomia delle istituzioni AFAM, mantenendosi nel solco della legge 508/1999 per ciò che è ancora oggi valido e modificandola nei non pochi punti in cui non è più adatta alle esigenze attuali, come è normale dopo 16 anni dalla sua emanazione e viste anche le profonde modifiche intervenute nel frattempo nel mondo della formazione e della ricerca, come nella stessa società.

Lo stesso vale per i due decreti applicativi della legge 508, i DPR 132/2003 (organizzazione) e 212/2005 (didattica). Devono anch’essi essere modificati, integrati e adeguati alle mutate condizioni, tenendo conto dell’esperienza fatta nell’ultimo decennio e delle difficoltà incontrate ma anche tenendo presente le profonde modificazioni della normativa universitaria introdotte dalla Legge n. 240/2010 (“Legge Gelmini”).

E’ dunque maturo il tempo di un intervento legislativo organico sul sistema AFAM, che allinei più che possibile le istituzioni AFAM e quelle universitarie, pur mantenendo le rispettive peculiarità di modelli didattici, di ricerca e organizzativi. A questo intervento seguirà una nuova stagione di stesura di statuti di piena autonomia come occasione per una crescita della consapevolezza complessiva del sistema.

 

Proposte

  • MIUR-MIBACT. Lanciare un programma congiunto tra i due ministeri (tenendo conto in particolare della neocostituita Direzione Generale Educazione e Ricerca del MIBACT e dei suoi compiti) che funga da supporto integrato al coordinamento e allo sviluppo delle istituzioni AFAM e al loro rapporto con tutte le istituzioni dei beni artistici e culturali e con il settore delle “imprese culturali e creative”  Autonomia organizzativa. L’articolazione interna delle istituzioni AFAM deve essere stabilita dalle medesime istituzioni in sede di statuto. Come nelle università in cui sono state eliminate le facoltà, occorre semplificare le strutture organizzative interne. Inoltre va introdotta una vera figura dirigenziale amministrativa con incarico a tempo determinato affidato dal consiglio di amministrazione.
  • Gestione autonoma del personale. Liberare le istituzioni AFAM dal sistema nazionale di gestione del personale docente e tecnico-amministrativo di ruolo (graduatorie e quant’altro) passando ad un sistema simile, per livello di autonomia locale e presenza di controlli nazionali ex post, a quello in vigore nelle università. Mettere a budget includendo l’intero finanziamento statale alle istituzioni statali AFAM, comprendendovi anche gli stipendi del personale.
  • Reclutamento docenti. Imitare anche nel reclutamento dei docenti la normativa universitaria: scelte affidate a commissioni locali su platee di candidati in possesso di un’abilitazione nazionale. Semplificare l’attribuzione degli incarichi di docenza a tempo determinato. Introdurre i contratti (a tempo determinato ma rinnovabili) per docenti di chiara fama.
  • Valutazione. Fermo restando che la valutazione è un necessario complemento dell’autonomia e della responsabilità e che va preservato il ruolo dell’Agenzia Nazionale di Valutazione (ANVUR) anche nei confronti del sistema AFAM, occorre rafforzare la presenza istituzionale di esperti di questo sistema in seno all’ANVUR, anche tenendo conto delle esperienze europee che hanno già coinvolto Accademie e Conservatori.
  • CNAM. Riattivare il Consiglio Nazionale dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, organo di rappresentanza democratica nazionale estremamente importante per il sistema AFAM, anche mantenendo la composizione attualmente vigente per legge, con pari dignità rispetto all’organo corrispondente (CUN) del sistema universitario. E’ comunque necessario mantenere uno stretto collegamento con il CUN e ipotizzare soluzioni nel merito.
  • Istituti musicali pareggiati. Statizzare gli istituti musicali pareggiati e, contemporaneamente, razionalizzare l’intera rete delle istituzioni di alta formazione musicale sul territorio fondendole o confederandole su base regionale o interregionale.

Problemi da approfondire

  •  Dualità tra Accademie e Conservatori. Pur confermando l’unitarietà fondamentale del sistema AFAM sia dal punto di vista interdisciplinare che dal punto di vista della produzione creativa, sarebbe opportuno separare le sorti e le soluzioni normative tra le istituzioni di alta formazione artistica e le istituzioni di alta formazione musicale in funzione delle loro tipicità?
  • Politecnici delle Arti. Fermo restando che la fusione o federazione di istituzioni dello stesso tipo può essere regolata da norma apposita (come per le università), l’istituzione di speciali “Politecnici delle Arti” (comprendenti istituzioni di diversa tipologia) prevista dalla legge n. 508 è ancora un’opzione auspicabile o credibile? Dev’essere incentivata o deve rimanere tra le possibili scelte autonome delle istituzioni coinvolte?
  • Ruolo delle Regioni. Ci dev’essere un ruolo delle Regioni o di sistemi macroregionali nel sistema AFAM (a parte la gestione del diritto allo studio)? In funzione anche della terzQuale sarà l’impatto sull’AFAM, se ce n’è uno, della riforma costituzionale attualmente in discussione in Parlamento? Più in generale, quali sono i rapporti delle istituzioni AFAM con il loro territorio avendo consapevolezza dell’importanza sapendo quale sarebbe il contributo alla qualità sociale di questo comparto attraverso lo sviluppo della “terza missione”?
  • Accreditamento. Anche in considerazione del modello universitario come si può migliorare il sistema di accreditamento delle istituzioni statali e di quelle private,?
  • Governance monocratica o duale? In una autonomia più matura, è opportuno valutare un nuovo modello di governance che superi l’attuale dualità tra presidente e direttore,?
  • Contratto docenti. Mantenere la contrattualizzazione del personale docente AFAM o passare ad un sistema di stato giuridico e stipendiale definito per legge? Come gestire l’eventuale transitorio?

Obiettivo: Autonomia didattica

L’attuale sistema didattico è eccessivamente vincolato da norme nazionali di dettaglio, l’autonomia didattica è imbavagliata. Così è difficile condurre il confronto e la competizione a livello internazionale e con le istituzioni private del medesimo settore. Inoltre la flessibilità e la prontezza di risposta alle esigenze degli studenti diventano assai basse proprio in un campo dove innovazione e creatività intrinseche spingono a modelli formativi e occupazionali rapidamente cangianti.

In un quadro di autonomia deve anche essere risolto il problema degli studenti pre-accademici, cioè iscritti ai conservatori in età pre-universitaria per studiare musica e imparare all’età giusta a suonare uno strumento. Si tratta di una tipica attività di “terza missione” dei conservatori ma che è svolta anche da altre istituzioni sul territorio.

Proposte

  • Liberalizzare denominazioni e contenuti dei corsi di diploma, garantendo il rispetto di poche norme generali di carattere nazionale e introducendo serie procedure di accreditamento. Questo gioverebbe soprattutto per rispondere rapidamente alle esigenze sempre diverse del mondo studentesco e del mercato del lavoro.
  • Corsi di diploma di II livello. Occorre provvedere con estrema urgenza al passaggio dei corsi di diploma di II livello dalla fase sperimentale a quella stabile, anche per permettere l’equipollenza tra il diploma di II livello e la laurea magistrale secondo quanto già stabilito dalla legge ma non attuato. Le tabelle sono sostanzialmente pronte e anche il comitato che sostituisce temporaneamente il CNAM può esaminarle e approvarle in breve tempo.
  • Corsi pre-accademici. Esercitare al più presto la delega data dal Parlamento al Governo (L. 107/2015, art. 1, c. 181, lett. g), n. 5) per provvedere mediante un decreto legislativo ad armonizzare i percorsi formativi di tutta la filiera del settore artistico-musicale, con particolare attenzione al percorso pre- accademico dei giovani talenti musicali, anche ai fini dell’accesso all’alta formazione artistica, musicale e coreutica e all’università, utilizzando per questo obiettivo l’accurata analisi del problema svolta dalla conferenza dei direttori di conservatorio.
  • Esclusività del percorso accademico nei conservatori. Andrebbe eliminata la possibilità della doppia frequenza di corsi universitari e di corsi accademici (1^ e 2^ livello) dei conservatori.

Problemi da approfondire

Differenziazione docenti. Nell’eventuale prospettiva della modifica del reclutamento, nella gestione del transitorio, in considerazione di percorsi già considerati in ambito universitario, sarebbe opportuno differenziare i docenti in base al livello di diploma al quale insegnano?

Nel cuore della protesta. Intervista al Direttore del Conservatorio di Padova.

Segnaliamo dal sito isoladelsapere.com  un’interessante intervista al Direttore del Conservatorio di Padova, Leopoldo Armellini. Il testo integrale è disponibile qui.

«Il Ministero tiene nei nostri confronti un comportamento che è di colpevole sciatteria, incompetenza e disinteresse e lo fa nei confronti di un settore che, se paragonato al settore universitario è una pulce, ma che ha in realtà parametri superiori alle università stesse: noi abbiamo più del doppio di studenti stranieri rispetto al resto delle facoltà, siamo molto più attrattivi […]

Concretamente è un disastro. Un disastro totale. Non abbiamo interlocutori. Sono due anni che il Presidente della Conferenza dei Direttori di Conservatorio chiede un colloquio col Ministro ed il Ministro si nega. Sono tre anni che è decaduto il Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale, il cui compito sarebbe quello di dare un supporto tecnico competente nella stesura di leggi e regolamenti. Ditecelo che volete farci fuori! Ma non ce lo dicono perché evidentemente proprio non gli interessiamo […]

Il momento storico è molto oscuro. La domanda che dobbiamo farci è: la cultura può servire a qualcosa? Io penso di si. Credo che alla base della corruzione ci sia mancanza di cultura, che la base del malfunzionamento delle istituzioni è la mancanza di cultura, che la situazione economica attuale è dovuta a mancanza di cultura d’impresa e che la finanza internazionale si comporta in un certo modo sempre per mancanza di cultura.

L’esempio ottimale di impresa che ho in mente è quella di Adriano Olivetti che portava i concerti in fabbrica ed aveva una biblioteca all’interno dell’azienda. Se non gli avessero spezzato le gambe coloro che non avevano cultura oggi al posto di Bill Gates ci sarebbe un erede di Olivetti […]

Per concludere noi  abbiamo dato un ultimatum al Ministero: entro la metà di Marzo devono darci le prime risposte e se questo non avviene noi continuiamo con le proteste. Siamo tutti uniti come Conservatori italiani ed è la prima volta nella storia».

Un altro gruppo di lavoro al Miur. Sui Big Data.

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E’ stato costituito, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, un Gruppo di lavoro “per avviare una riflessione condivisa e strategica sui Big Data finalizzata a mettere a punto nuovi approcci per utilizzare quelli di competenza del MIUR nella formulazione di decisioni di grande impatto scientifico, amministrativo e politico”.
Anche il settore scolastico, universitario, della ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale, infatti, contribuiscono alla creazione dei Big Data per i quali, dunque, il Miur intende avviare un’analisi “finalizzata alla valorizzazione degli stessi a sostegno delle decisioni di sistema, all’individuazione delle traiettorie di sviluppo e a come l’Italia potrebbe intercettarle”.

I componenti del Gruppo di lavoro:

Fabio Beltram, Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, a cui sono affidate le funzioni di Coordinatore;

Roberto Torrini, direttore dell’Anvur;

Francesco Castanò, Direttore centrale per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione dell’Istat;

Luca De Biase, saggista e Direttore di Nova24 del Sole 24 Ore;

Sabrina Bono, Capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur;

Letizia Melina, Direttore generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore del Miur;

Donatella Solda, membro della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca;

Davide D’Amico, Dirigente Direzione Generale per il Personale Docente – Ufficio VI Formazione personale docente e accreditamento enti del Miur.

28 gennaio 2016

Qui il testo del decreto.

State attenti a virgolettare bene!

Nei giorni scorsi la trasmissione televisiva le Iene ha trasmesso un’intervista con il dott. Paolo Miccoli
membro del direttivo dell’ANVUR – Agenzia nazionale della valutazione delle università e della ricerca del ministero dell’Istruzione. Come denunciato dall’associazione Roar – Return on Academic Research, Miccoli sarebbe stato selezionato sulla base di una sua relazione che riporterebbe ampi stralci copiati da testi di altri autori.

Di seguito il video del servizio delle Iene

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Comunicato stampa

Segnaliamo il comunicato congiunto pubblicato ieri. Qui in formato pdf

COMUNICATO STAMPA
Nell’incontro 24/02/2016 questi Sindacati, rappresentativi del Comparto, hanno ribadito che il precariato in AFAM ha raggiunto livelli insostenibili, arrivando a costituire ormai un terzo del personale, docente e tecnico amministrativo. Tale criticità rappresenta un danno sia per gli studenti che per le istituzioni. Si è quindi condiviso di dare mandato esplorativo ai propri uffici legali per valutare, sulla base della recente giurisprudenza, le possibili azioni da attivare per raggiungere l’obiettivo della stabilizzazione.
I Sindacati si sono nuovamente impegnati a sollecitare tutti gli organismi competenti per risolvere il problema del precariato con l’immissione in ruolo in tempi brevi. Si ritiene in ogni caso che per l’assorbimento dell’attuale precariato vada perseguito o un percorso legislativo o, in alternativa, la
rapida definizione di una norma specifica nel regolamento per il reclutamento, da troppi anni eluso.

Le Segreterie nazionali.
Domenico Pantaleo   Antonio Marsilia    Sonia Ostrica    Dora Liguori

Quanti siamo

Personale docente Conservatori
A tempo indeterminato A tempo determinato Personale a contratto/progetto TOTALI
(di ruolo) (supplenti)
totale m f totale m f totale m f
2005/06 5064 3413 1651 333 239 94 468 335 133 5865
2006/07 5073 3415 1658 385 283 102 62 39 23 5520
2007/08 4923 3327 1596 503 353 150 500 376 124 5926
2008/09 4844 3263 1581 627 449 178 610 415 195 6081
2009/10 4726 3171 1555 737 525 212 517 383 134 5980
2010/11 4618 3103 1515 874 587 287 493 343 150 5985
2011/12 4487 3030 1457 858 623 235 522 371 151 5867
2012/13 4406 3000 1406 983 726 257 841 608 233 6230
2013/14 4329 2935 1394 1077 788 289 1277 960 317 6683
2014/15 4403 2991 1412 974 721 253 1368 1005 363 6745
2015/16 4455 3024 1431 933 703 230 1367 1027 340 6755
Personale docente Istituti Superiori di Studi Musicali
A tempo indeterminato
(di ruolo)
A tempo determinato (supplenti) Personale a contratto/progetto TOTALI
totale m f totale m f totale m f
2005/06 490 326 164 174 122 52 34 12 22 698
2006/07 461 306 155 160 117 43 41 25 16 662
2007/08 521 354 167 126 80 46 73 50 23 720
2008/09 605 431 174 128 88 40 145 97 48 878
2009/10 550 360 190 113 84 29 167 109 58 830
2010/11 522 356 166 122 90 32 203 138 65 847
2011/12 517 355 162 125 97 28 254 168 86 896
2012/13 511 342 169 122 89 33 282 192 90 915
2013/14 490 339 151 127 95 32 425 268 157 1042
2014/15 486 330 156 116 82 34 482 341 141 1084
433 294 139 118 83 35 506 344 162 1057
Totali docenti 2014/15 Conservatori e ISSM
  A tempo indeterminato
(di ruolo)
A tempo determinato (supplenti) Personale a contratto/progetto TOTALI
totale m f totale m f totale m f
2014/15 4889 3321 1568 1090 803 287 1850 1346 504 7829
2015/16 4888 3318 1570 1051 786 265 1873 1371 502 7812

Stefano Bollani: occupate i Conservatori

Stefano Bollani torna al Conservatorio Cherubini di Firenze dopo 23 anni dal suo diploma in pianoforte, in occasione della giornata di protesta dello scorso 13 febbraio.

“Ho molta fiducia negli insegnanti che stanno portando avanti questa mobilitazione perché certe cose si ottengono dal basso, non dall’alto». Ricordando una occupazione del Conservatorio alla quale aveva partecipato da ragazzo invita gli studenti di oggi ad occupare la scuola per ottenere le riforme tanto attese.

 

Ultimi giorni per aderire alla richiesta risarcitoria promossa dall’Unams

Sul sito www.ricorsocgs.it è ancora possibile  partecipare all’iniziativa risarcitoria contro il blocco dei contratti e delle retribuzioni. L’Unione Artisti UNAMS, nell’ambito della Confederazione Generale Sindacale (CGS) composta anche da FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), NURSIND (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) e FGU (Federazione Gilda Unams), si rivolge alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per chiedere il risarcimento per i lavoratori gravemente danneggiati dal mancato rinnovo contrattuale che si protrae da oltre sei anni.

Il termine ultimo per la spedizione di materiale è il 20 maggio, mentre la piattaforma resterà attiva fino al 16 maggio.